I videogiochi NON devono essere divertenti!
...o per lo meno non solo
Il titolo è chiaramente provocatorio. Non sto dicendo che non debbano in senso assoluto ma che non sia quello il loro scopo. Ma cerco di motivare le mie parole qui di seguito.
Ormai videogioco da più di venti anni, ho vissuto parecchie generazioni videoludiche e ho giocato ai generi più disparati: dai JRPG ai TPS, dai MOBA alle avventure grafiche e posso dire che i momenti in cui mi sia divertito sono una minoranza. Questo può sembrare solo un errore terminologico: la gente utilizza il verbo divertire come sinonimo di intrattenere. Con quest'ultima affermazione sarei sicuramente più d'accordo e sono sicuro che molti cadano effettivamente in questa imprecisione lessicale ma secondo me le persone che sono ben consce di utilizzare la parola divertire e la rivendicano come parola chiave per il mondo dei videogiochi. In questo articolo cerco di smontare sia la prima che la seconda tesi, che trovo dannose per l'arte videoludica.
Quello che una persona cerca in un opera artistica, ma anche commerciale, non è sindacabile. Se l'usufruitore cerca intrattenimento o ancora più specificatamente divertimento è giusto che possa trovarlo e godere delle suddette opere. Quello che però penso è che il numero di persone che ha una dieta artistica puramente intrattenente sia molto basso. Le persone cercano la complessità delle emozionante, tutti i possibili stati d'animo che l'essere umano prova nella vita di tutti i giorni, perchè lo spettatore si rivede nel protagonista ed è certamente più semplice empatizzare con Duffy Duck che con Bugs Bunny, con Paperino che con Topolino. Adesso qualcuno mi potrebbe obbiettare che questi sono comunque opere adibite a divertire lo spettatore e posso dare ragione a questa obbiezione ma bisogna ricordarsi che seppur un'opera sia principalmente strutturata per divertire non significa che non possa contenere altre emozioni al suo interno.
Quindi ipotizzo sia chiaro a tutti che prodotti creativi nascano anche per non divertire ma anche per far provare un mix di emozioni complesse e varie allo spettatore. Voglio però spingermi più in là: per me i prodotti creativi potrebberò perfino non intrattenere e comunque essere esperienze memorabili (di esperienza non intrattenenti e brutte ce ne sono tante, penso che nessuno sarebbe in disaccordo con questa affermazione). Alcune opere nascono per provocare nell'animo di chi le vive uno stato sgradevole, che non ci migliora l'umore ma ce lo guasta. Ne è un esempio la tragedia come forma di catarsi. In ogni buona cassetta per gli attrezzi di un musicista sono presenti disarmonie che rendono l'idea del fastidioso, dello sbagliato. Penso che adesso che ho posto così la mia tesi molti si saranno convinti, sarà parso nella loro mente quel film triste al limite del doloroso che magari hanno amato ma fanno fatica a rivedere, o quella canzone che gli ricorda una rottura dolorosa, canzone bellissima ma da centellinare per non farsi troppo male. La mia domanda quindi è: perchè non dovrebbe valere anche per il videogioco?
Ovvio che vale anche per il videogioco ma questa associazione videogioco-divertimento ha origini storiche più che reali. Il videogioco, la più recente delle arti, si inizia a diffondere con giochi molto semplici, gameplay storici ma digeribili da tutti, anche da un bambino: pong, arkanoid, space invarders, pacman, tetris. Questo ha reso il media ottimo per qualsiasi bambino che volesse passare del tempo, ma i genitori, pur non negando il potere intrattenente del mezzo se ne iniziano ad allontanare. Il videogioco è la forma creativa che ha creato il solco più grosso tra usufruitori e non, anche per il suo costo all'ingresso, ben più alto di un biglietto del cinema o di un disco musicale. Il medium ovviamente evolve e alcuni di quei bambini che giocavano ai videogiochi crescono, fanno esperienze, si acculturano e iniziano a sviluppare giochi sempre più complessi tecnicamente e narrativamente. Ma ormai le persone fuori dal giro non si interessano di ricalibrare la loro opinione sui videogiochi che diventano, nella loro mente, solo giochini da perditempo nerd. Voglio aggiungere che c'è purtroppo stato un ritorno di fiamma due volte nella storia dei videogiochi: la prima con l'uscita della Wii e con tutti i Party Game che hanno riavvicinato tanti adulti alle console ma mostrando solo il lato casual del medium, e il secondo con l'avvento degli smartphone e i vari AppStore che hanno consentito a tutti di scaricarsi il loro Candy Crush.
Quindi un gioco non dovrebbe cercare di essere divertente ma bensì emozionante. Cercando di spiegarmi meglio voglio dire che un gioco, come ogni media artistico deve tentare di suscitare nell'usufruitore le emozioni che l'autore aveva pensato. Questo mostra subito che l'intrattenimento può essere una delle emozioni ma non si limita ad esso. Una cosa che molti da fuori non notano è che quando si gioca ad un gioco è difficile che ci troviamo stampato in faccia un sorriso a 32 denti ma piuttosto un bel gugno arrabbiato, magari accostato a qualche improperio irripetibile. Questo per dire che magari il momento di gioia alla fine di una fase di gioco vincente o di uno scambio di battute tra due personaggi ci può essere ma questa cosa non è quasi mai uno stato duraturo, per la natura stessa dell'interazione videoludica.
Voglio finire dicendo: giocate a quello che volete ma non precludetevi opere perchè non fa divertire, date una possibilità, potreste finire per dimenticare che non vi state divertendo e iniziare a vivere emozioni più complesse e profonde.
Buon gioco di storie non divertenti a tutti!